Il Fosso Bergamasco è un progetto nato da un’idea di tre amici e compagni di corsa nell’anno 2000. Con il passare degli anni l’idea si è diffusa, coinvolgendo nuove e diverse società della provincia di Bergamo ed espandendosi anche nella provincia di Cremona. Attualmente le società organizzatrici del “Fosso Bergamasco 2024” sono le seguenti:
L’idea del circuito
L’ideatore del “Fosso” è il ciseranese Gianluca Bertola, che a cavallo tra il 1999 e il 2000 ha pensato di organizzare le corse serali, che sarebbero divenute il nostro “Criterium”.
«La mia idea era quella di organizzare delle corse non competitive tra amici – ha spiegato Gianluca – Si voleva partire tutti insieme e premiare con una coppa i primi tre classificati, ma non era una gara competitiva».
Ciserano, Cologno e Bariano, le prime società del “Fosso”
Nel gennaio del 2000 Bertola ha reso partecipi della sua idea i suoi amici e compagni di corsa Giacomo De Giorgi dell’Atletica Cologno al Serio, e Maurizio Cozzaglio della Polisportiva Oratorio Bariano.
«La nostra idea era quella di divertirci correndo insieme – hanno spiegato – ci bastava questo».
I tre, così, hanno deciso di creare un modo per allenarsi e confrontarsi in amicizia, ma al contempo dare competitività agli allenamenti. Dopo un primo incontro un venerdì sera – e da lì è nata la scelta dell’appuntamento fisso al venerdì – hanno deciso di organizzare questo bellissimo tour.
Lo Statuto e il nome
La prima decisione da prendere riguardava il nome del circuito: «Vista l’ubicazione dei paesi organizzatori delle prime gare, ci è venuto spontaneo scegliere il nome del percorso del canale d’acqua, il Fosso Bergamasco».
Scelto il nome, Gianluca, Giacomo e Maurizio hanno fondato il Comitato Interzonale del Fosso Bergamasco e ne hanno approvato lo statuto e il regolamento.
Dopo la laboriosa parte burocratica e i vari regolamenti redatti per poter svolgere le manifestazioni in sicurezza, il “Fosso” è divenuto realtà venerdì 12 maggio 2000, quando a Bariano si è disputata la primissima gara del circuito.
Il “Fosso” diventa grande
La prima edizione del “Fosso” comprendeva solo tre tappe: Bariano il 12 maggio, Cologno il 16 giugno e Ciserano il 25 giugno. All’ultima tappa parteciparono “ben” 52 atleti. Numeri non paragonabili a quelli di oggi, ma comunque di successo, per una competizione nata così, dall’iniziativa di tre amici un venerdì sera. Il primo campione del “Fosso” in campo maschile è stato Paolo Poggi, la prima vincitrice Katiuscia Nozza Bielli.
Da quel momento in poi altri gruppi hanno creduto nell’iniziativa e si sono aggregati a noi e con grande impegno hanno organizzato la loro manifestazione, ha spiegato Maurizio Cozzaglio. Nonostante le molte difficoltà e molti osteggiatori, dalle tre società organizzatrici della prima edizione si è passati alle cinque, poi sei, fino alle dodici prove effettuate nel 2011. Erano circa cento i partecipanti per ciascuna gara nei primi anni, mentre ora sono oltre 300 per gara, se non 400».
«Con gli anni e con l’esperienza il “Fosso” ha compiuto molti passi in avanti – ha proseguito Cozzaglio – La sicurezza per gli atleti è migliorata, così come la precisione del cronometraggio, che da alcuni anni avviene tramite chip. Le regole di organizzazione sono più chiare e rispettate, e i Km sono più precisi possibile e gli organizzatori più responsabili. Il Comitato Direttivo, poi, ha dato una sterzata al “Fosso” negli ultimi anni con le sue idee e la sua voglia di fare. Oggi le regole sono un po’ cambiate – ha concluso Cozzaglio – ma lo spirito del “Fosso” è immutato: sana competizione e soprattutto aggregazione e condivisione».
La storia del “Fosso” Bergamasco
Il “Fosso bergamasco” era un fossato difensivo dal Medioevo fino al termine dell’età moderna. Il fossato era lungo trentacinque chilometri, largo e profondo cinque chilometri. Il “Fosso bergamasco” venne scavato dal 1267, in seguito a un accordo tra i Comuni di Bergamo e Cremona, al fine di tracciare i rispettivi confini.
La sua importanza divenne fondamentale con la Pace di Lodi quando il “Fosso bergamasco” divenne ufficialmente il fossato utilizzato per segnalare il confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Il “Fosso bergamasco” rimase per secoli il confine dei territori di Bergamo, Milano e Cremona. Il “Fosso Bergamasco” ha avuto riflessi anche sul lessico delle generazioni del passato che dicevano per esempio «Saltà el foss» intendendo «cambiare Stato, andare altrove», metaforicamente cambiare stile di vita.
Ecco alcune delle date più interessanti che hanno rappresentato le tappe fondamentali della storia del “Fosso bergamasco”:
- Anno 1357: i nuovi Statuti di Mozzanica citano il «fossatum Pergami» scavato tra il 1285 e i primi decenni del XIV secolo.
- Anno 1395: in occasione della ridefinizione dei confini di Romano, il «Fossatum Pergami» separa il territorio di Romano da Covo.
- Anno 1427: Venezia conquista il territorio di Bergamo fino a Romano, Cologno e Arcene e il Fosso Bergamasco tra i fiumi Oglio e Serio diventa confine di Stato.
- Anno 1454: il fossato prende il nome di “Fossatum Bergamaschum” e diviene a tutti gli effetti la linea di confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano.
- Anno 1513: dopo alterne vicende che avevano messo in discussione il fossato, Brescia e Bergamo tornano a Venezia e il ducato di Milano agli Sforza, così che viene ripristinato il confine del Fosso.
- Anno 1570: si effettua la prima verifica del confine con la posa di due cippi di pietra, uno nei pressi dell’Oglio e l’altro vicino all’Adda. Le verifiche diventano abituali dopo che il Governo veneto, nel 1723, decide di procedere ai controlli dei confini con Milano. L’ultima verifica, con la posa di cippi lungo tutta la frontiera tra Venezia e Milano, risale al periodo 1754-1756.
- Anno 1786: un accordo tra lo Stato pontificio e gli Stati di Venezia e Milano fa coincidere il perimetro civile con quello delle diocesi e il Fosso Bergamasco diventa il confine meridionale della Chiesa di Bergamo.
- Anno 1797: con la costituzione della Repubblica Cisalpina, il Fosso cessa di essere confine di Stato.
- Anno 1801: il Fosso Bergamasco non segna più il confine meridionale della Provincia di Bergamo, ma solo quello della diocesi.